Italian language only


Anteprime, Conferenze e Test nella sede
della

La sede della Molpass

di Enrico Cairoli

questa volta sono state invitate all'evento:

FOCUS ON LED LIGHTS

organizzato nella sede Bolognese della Molpass.

Questo incontro è stato particolarmente interessante non solo per
l'annunciata possibilità di vedere all'opera alcuni prodotti nuovi ma per le
due conferenze in argomento led e colore che hanno preceduto la demo classica.

La prima è stata “Il linguaggio dei LED" di Davide Gabbani (ETC).
Il competente e comunicativo Davide ha raccontato l'evoluzione dei sistemi led colore
dal semplice RGB ai sistemi più complessi, mirati a raggiungere una maggiore accuratezza cromatica della luce.
Una parte del suo discorso è stato il confronto tra la luce reale e quella percepita dall'occhio umano.
Confrontando alcuni colori prodotti da sistemi diversi (RGB, RGBW, RGBI-L, etc.) ci ha fatto capire
come l'occhio umano tende a corregge e spesso cade vittima di colori percepiti diversi dalla realtà.
Ci ha chiarito anche il perché della nascita dei sistemi led a 7 colori e la loro gestione.
Ovviamente il tutto era rappresentato e gestito tramite l'accurato software delle consolle ETC.
L'evoluzione delle matrici led ci ha consentito di appianare i cosiddetti "buchi" nella gamma dei colori
prodotti con i sistemi RGB.
Questa cosa Davide ce l'ha fatta vedere tramite il classico diagramma di cromaticità dove i sistemi RGB si
limitano a creare i colori solo all'interno del triangolo creato da loro stessi.
Quindi l'avvento dei sistemi a più colori hanno ampliato le zone di lavoro dei led completando anche
le aree precedentemente trascurate dalle matrici RGB.

L'altra conferenza altrettanto interessante è stata condotta da
Simon Gash (AYRTON) ed era intitolata:
“Quality of Light, measuring and understanding the effect of Human Centric Lighting”

(alcune slide delle due conferenze)

Simon, partendo dall'origine elettromagnetica della luce e dalla banda di frequenze visibili a noi
ci ha spiegato che, dei circa 55.000 colori percepiti dal occhio umano alcuni non esistono nella realtà.
Alcuni colori vengono ricreati dal nostro cervello non esistendo in natura, un esempio è il magenta.
Accade nella limitata banda leggibile dai nostri occhi, all'interno tra ultravioletto e infrarosso
anche i colori conosciuti vengono visti con sensibilità diverse.
Quando una luce bianca colpisce un oggetto e lo stesso la riflette noi vedremo un colore
a causa di alcune frequenze assorbite dal oggetto stesso e quindi non riflesse.
Il cervello umano però interpreta a modo suo tutte le informazione che gli arrivano dalla vista e ci
fa percepire i colori in modo diverso e con reazioni emotive diverse.
La luce si dice, scaturisce emozioni.

Altra parte interessante della conferenza di Simon Gash è stata la parte tecnica sui vari tipi di led.
Le matrici colore led, dai sistemi base RGB fino ai più complessi 7 colori non posseggono mai
le stesse potenze per le varie tonalità.
Ad esempio in una matrice i led blu sono sempre quelli in numero minore o meno potenti perché il led blu
è il più luminoso, al contrario di quello rosso.
Il verde invece è quello che rende meno ma viene compensato dalla maggiore sensibilità del occhio
umano a questo colore.
Altra parte interessante è stata la spiegazione sulla misurazione della resa colore (CRI) che a volte sfugge.
(me per primo)
Su tutti gli ultimi prodotti a led il marketing tende a pubblicizzare i prodotti con un alto livello di CRI.
I cartelli per valutare questa importante caratteristica della qualità della luce
riguardano però, solo ed esclusivamente i colori pastello.

Ecco perché quando cerchiamo un'ottimale emulazione alogena da un sistema led dobbiamo tenere
in particolare considerazione la resa colore.
Un prodotto con un alto valore di CRI lavorerà meglio sui diversi bianchi (CTB e CTO).
Alla fine Simon ci ha messo in evidenza anche i molteplici fattori che ancora rendono complicato l'uso dei led.
Il diodo led ha dei parametri di gestione molto precisi e reazioni dirette al variare della temperatura di lavoro e della
limitazione in corrente.
Sappiamo tutti i vantaggi della luce "digitale" ma il progresso sta galoppando e le soluzioni
da sperimentare saranno ancora tante.

Queste due conferenze sono state veramente interessanti ma purtroppo... rare.
Grazie Davide e Simon !



Ora vi racconto il test delle due novità in casa



IL Ghibli

Il GhibliIl Ghibli all'opera

Eccoci di nuovo davanti a uno spot testa mobile led a fonte monocromatica bianca.
Il motore luminoso di questo Ghibli da ben 620 watt non è un COB e neanche una matrice di led focalizzati
ma è un sistema innovativo e brevettato dalla Ayrton che produce ben 23.000 lumens,
il
30K low-etendue White Light Engine

L'ottica che proietta il lavoro di questo led è uno zoom 7°- 56° con un'ampia lente frontale da 137 mm.
Nelle foto sottostanti è chiara l'enorme escursione del suddetto zoom.

Lo zoom tutto strettoLo zoom tutto largo
LA GRAFICA

L'equipaggiamento effetti è da master grafico, ecco i dispositivi a bordo di questo Ghibli:

- una ruota con 7 gobos rotanti
- una ruota con 8 gobos fissi
- un sagomatore con 4 alette a chiusura totale e rotazione del dispositivo di +/- 60°
- un veloce iride motorizzato
- un prisma a 5 facce rotante e indicizzabile
- due tipi di frost (morbida e wash)
- una ruota animazione

Come dico sempre, il successo del sistema grafico di uno spot non è il set di gobos "fanatici"
ma la giusta combinazione studiata ad-hoc.

I GOBOS ROTANTI
I gobos rotanti

I GOBOS FISSI (alcuni)
I gobos fissi

Il prisma a 5 facce rotante, pulito e con un gobo inserito.

Il prisma a 5 facce Il prisma con un gobo
Le due tipologie di frost wash e morbida.

La frost densaLa frost leggera
Il preciso sagomatore e una prova di "luce in macchina".
Il sagomatoreGli effetti "in macchina"
Il sagomatore l'ho voluto fotografare con una sola aletta per vedere la differenza di piano focale tra
lui e il centro degli altri dispositivi ed è minima.
Questa caratteristica ci permette di fare interagire sagomatore e gobos senza perdere troppo il fuoco tra i due.

IL TEST COLORE

Come in tutti i testa mobile a fonte bianca il Ghibli possiede a bordo un mescolatore CMY e una ruota colori.
Qui sotto ho voluto testarlo sia con i colori pieni che con quelli pastello.
Non si sono mai verificate spurie colorate con i parametri colore ai primi numeri, questo mescolatore
lavora con precisione adeguata alla classe del prodotto.
Le ultime due foto sono "bi-color" ottenuti con la sua ruota colore per vedere il giusto piano focale della stessa.
Si ottengono degli ottimi fade tra un colore e un altro senza buchi neri.
A bordo di questa ruota colori predefiniti oltre a quelli densi classici c'è anche un filtro per l'ottimizzazione
della resa colore (High-CRI) che porta il Ghibli ad un valore di 90.

Il test coloreIl test coloreIl test colore
Il test coloreIl test coloreIl test colore
Il test coloreIl test coloreIl test colore

A bordo di questo spot led ho trovato anche due possibilità interessanti.
La performante ottica e la potenza del led bianco ci permettono un ottimo ed inciso effetto beam.
Con il paziente Marco Castellazzi lo abbiamo fatto in modo classico, zoom stretto e iride quasi al minimo.

L'effetto beamNel fumo

Ma la "chicca" finale all'interno di questo Ghibli è la possibilità di gestire con dei giochi di dimmer il led interno
ma... a zone!
Inserendo uno o più gobos e giocando con le macro interne che gestiscono il led otteniamo degli effetti 3D.

Qui sotto ecco un breve video dimostrativo
vai al video

Il test del dimmer ha messo  "in luce" una gestione elettronica di precisione che ci consente di regolare
l'intensità del led con fluidità fino allo zero.
La suddetta gestione ci permette anche un effetto strobo velocissimo che arriva fino a 25 lampi al secondo.

Il movimento della testa è silenzioso a tutte le velocità e cambi di direzione.
Insomma... nessun muggito.

In conclusione il Ghibli lo si può inserire tranquillamente nella categoria 1200
per luminosità, possibilità grafiche e qualità nel colore.

Tutte queste belle cose in soli 35,6 Kg
 


IL MERAK
Il MerakIl Merak all'opera

Ecco un compatto wash con led RGBW da 250W con lente di fresnel.
Anche se all'apparenza il Merak sembra un normalissimo wash, all'interno contiene tecnologie non da poco.
Cominciando dall'alimentazione a stato solido dei led (flicker free) che porta l'efficienza nei consumi oltre il 95%.
La matrice led in quadricromia è raffreddata a liquido con un circuito che può lavorare in ogni posizione.
Lo zoom (flood / spot) del Merak non passa inosservato, è un 10:1 e va da 7° a ben 70°.
Qui sotto ci sono le foto dell'enorme escursione e del suo "tracking" nel fumo.
Nel tutto largo non sono presenti differenze di luminosità ne al centro ne ai bordi.
(nessuno effetto "ciambella" rilevato)

A zoom tutto strettoA zoom tutto largo

Questo ampio zoom si serve di un'innovativa lente di fresnel che possiede una particolare texture.
Questa speciale "martellatura" della lente dona al fascio un bordo morbido e sfumato.
L'utilizzo della lente di fresnel (da 168 mm.), a mio parere, per questo genere di proiettori è un regola
irrinunciabile.
I wash si fanno anche con le lenti PC ma i bordi non sono mai sfumati come con le fresnel.
Altro dispositivo utile ma spesso trascurato su altri prodotti wash è l'ovalizzatore o beam shaping optic.
Quando usiamo queste genere di illuminatori sulle scene, pareti, pavimenti e controluce... e utile, no?
L'ovalizzatore del Merak è rotante e indicizzabile per ogni esigenza.

La particolare fresnelL'ovalizzatore rotante

IL TEST COLORE (cattivo)


Ovviamente, essendo un tradizionale RGBW che faccio... non lo torturo !?
Per mia filosofia non cerco mai i soliti colori, ma bensì quelli pastello che utilizzano le matrici a livelli intermedi.
Un -acqua marina-, un -ambra- e un blu scuro.
La fatica sulle tinte calde, nota in questi sistemi è molto limitata e riusciamo a creare degli ottimi
orange, rosa e gialli senza rinunciare a nulla.

 Il test coloreIl test coloreIl test colore

Qui sotto ecco un breve video del Merak in rainbow
vai al video

 
Anche il CTO a step predefiniti sembra attendibile ma ricordiamoci che con un RGBW ce lo possiamo fare
  tranquillamente "personalizzato".
Il CTO variabile
L'ultima prova per questo wash led ha coinvolto il dimmer elettronico.
In un dispositivo colore RGBW o più complesso, il dimmer non è una cosa semplice.
Regolare contemporaneamente le matrici mantenendo un linearità sul colore richiede
delle compensazioni elettroniche non da poco e ben studiate.
Tutti i colori provati sono stati "dimmerati" fino a zero e non ho riscontrato anomale virate sul colore.
In argomento strobo, anche nel Merak non essendoci parti meccaniche in movimento ma gestione diretta del led
si raggiungono frame rate di 25 lampi al secondo.

Il Merak può essere gestito sia in DMX che in wireless (LumenRadio).
Il movimento della testa è molto silenzioso anche durante i cambi di direzione improvvisi.

In conclusione di questa prova posso affermare che questo Merak è un ottimo wash led RGBW.
Il suo ampio zoom lo può far lavorare in tutte le locations, sia nei grandi palchi che negli studi televisivi
di ridotte dimensioni.
L'emissione, devo dire è importante per un piccolino e si aggira intorno ai 4300 lumens.

Il tutto, in soli 13,8 Kg.



Chi era il responsabile di tutto quel fumo durante lo show?

La nuova MDG Me1

Questa tipologia di prodotti, a mio parere rimangono i migliori generatori di fumo
per televisione, cinema e teatro per la qualità unica del fumo prodotto.
La MDG presente in questa demo era aiutata anche da un ventilatore dmx che aiutava la distribuzione verso le americane.
Durante lo show e le demo successive il teatro è stato sempre fornito di un fumo con una densità ottimale per le luci
ma senza creare problemi di sorta durante la proiezione delle slide..
Questo mi ha tranquillizzato pensandola in un utilizzo televisivo.
Con le MDG sono sempre riuscito a saturare il fumo negli studi TV limitando al minimo il disturbo alla ripresa televisiva.
Le particelle del liquido trasformato in fumo sono veramente impalpabili e questo
(a mio parere) rende la Me1 il TOP delle macchine del fumo.
Ho notato in questo nuovo modello un rapidità maggiore nel raggiungere la massima emissione.
Questo fattore è utile nei live e negli show con enormi quantità di punti luce da sottolineare con il fumo.
Una cosa che riguarda la sicurezza, visto che queste macchine usano anche il C02 in bombole ad alta pressione
è stata la nuova protezione del rubinetto generale (vedi la foto con la freccia gialla).
Questo colletto protegge l'integrità della valvola in caso di caduta o urto della bombola.

La nuova MDG Me1La valvola protettaLa ventola dmx

Nulla da aggiungere o criticare su questa nuova MDG Me1, me lo aspettavo, è una macchina favolosa.




Finalmente posso mettere mano sulla nuova nata in casa ETC

LA

ColorSource CYC

Questa piccola asimmetrica per fondali presentava, viste le dimensioni una luminosità inaspettata.
La ColorSource CYC si esibiva con naturalezza e linearità verso un fondale alto circa 5 metri.
Appena vista all'opera ho guardato subito in alto per cercare l'altra ColorSource CYC appesa ma ...
la luce veniva solo dalle 4 unità posizionate a pavimento a circa 1,5 metri dal fondale.
Anche la distanza tra loro era di circa un metro e mezzo.
Insomma questa piccola unità led con un consumo poco sopra i 130 watt ha luminosità da vendere.


La ColorSource CYCLa ColorSource CYC

Come potete vedere dalle foto, il particolare gruppo ottico si divide in due zone ben distinte.
Una lente ovalizzatrice curva e uno specchio producono il giusto flusso logaritmico per
illuminare in modo omogeneo un fondale dal basso o dall'alto.
Questo sistema ci permette di avere un ampio margine sulla distanza dal fondale.
Qui erano sistemate a un metro e mezzo circa dal telo ma provando ad avvicinarle sono riuscito
comunque ad avere un buon risultato grazie alla aletta "a cappello" regolabile.
Altra cosa importante, specialmente in teatro, questa ColorSource CYC non fa uso di ventole.
Il raffreddamento dei led avviene tramite dissipatori passivi e quindi è... muta..

La ColorSource CYCLe dimensioni compatte

Ma come genera il colore?

Il motore luminoso di questa mini "pallas" usa ben 5 colori:

il ROSSO, il VERDE, il BLU, l'INDACO e il LIME.

La piccola 
ColorSource CYC si pone subito nella categoria dei "precisoni" del colore.
  Il sistema penta cromatico ci permette di coprire ogni sfumatura di colore che ci può venire in mente.
Ovviamente questa unità va gestita con un sistema adeguato.
Durante il test il paziente Marco Castellazzi pilotava le 4 unità a terra con il sofisticato software ETC.
Ma tranquilli, la ColorSource CYC è compatibile con ogni banco tramite i suoi 5 canali dmx diretti e dedicati.

IL TEST COLORE


Qui le possibilità di controllo erano complete e immediate
quindi le 4 ColorSource CYC sono state torturate a dovere.

 La gestione colore ETC
La solita prova con i colori pastello è stato come sparare sulla Croce Rossa, un sistema così non
lo si prende in castagna facilmente.
La gamma dei colori è praticamente completa e infinita in tutto il range visibile.
Le particolari ottiche di queste ColorSource CYC mescolano con precisione tutti e 5 i led senza spurie colorate.
I 42 led Lumileds LUXEON C fanno un lavoro egregio.
Il test coloreIl test coloreIl test colore

Tirare le conclusioni su questo prodotto... è facile:

- piccolo -
- potente -
- colore "HiFi" -


... dimenticavo, il ColorSource CYC pesa solo 4, 7 Kg
e per chi ha paura del flicker possiamo gestire la frequenza dei led da 1,2 a 25 Khz.



In conclusione di questo articolo il Castellazzi mi ha fatto vedere anche una nuova nata in casa MA.

la DOT 2
soprannominata l'essenza di MA Lighting

La dot2 della Ma LightingLa dot2 della Ma Lighting
Questa compatta consolle si presenta subito con un software intuitivo e rapido e un'ergonomia di
controller e ruote ben studiata e immediata.
Lavora su piattaforma LINUX multilingue (italiano compreso) che ci permette di comprenderla e usarla in poco tempo.
L'hardware possiede 4 uscite dmx su XLR e possibilità di averne altre su rete.
14 slider in 999 pagine (!), 1 crossfader, 4 encoder per i parametri, 1 dedicato al dimmer, tre monitor touch e...
se non ci bastano possiamo aggiungerne altri monitor supplementari.
Collegando i monitor esterni LINUX riconoscerà in automatico gli eventuali touch.
La dot2 della Ma LightingLa dot2 della Ma Lighting
Se vuoi maggiori informazioni.

- Vai sul sito della Dot 2 -



Ecco i link dei prodotti trattati e testati:
:

Ayrton  ETC  MDG

e ovviamente il padrone di casa
Molpass

Voglio in fine ringraziare Marco per l'invito, Davide e Simon per le interessanti lezioni
e tutto lo staff Molpass per la piacevole e formativa giornata.
(Lambrusco compreso)



Buon lavoro a tutti !


   Torna alla pagina iniziale  Enrico Cairoli E-mail

© Enrico Cairoli 2018