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Il test della nuova serie
AXCOR 300
SPOT - WASH - BEAM

della


di Enrico Cairoli

Il 30 novembre 2017 ho visitato il LIGHTING DAYS ClayPaky presso
il centro di produzione Cine e TV di Cinecittà in Roma.
All'interno di questo evento erano presentati i più recenti prodotti LED (e non) della ClayPaky.

Facevano bella mostra nella Sala Cavalli:

L'AXCOR 900 Profile
La nuova serie AXCOR 300
Il K-EYE HCR
Il B-EYE
Le barre led SHARBAR (le guardia di porta della demo)

e
Lo SCENIUS UNICO (a scarica con lampada da 1400 W Osram)

La maggior parte di questi prodotti li avevo già visti e citati nel mio reportage dalla mostra di Rimini 2017.
Leggi il reportage ClayPaky
In questo contesto era possibile toccare con mano e in tutta calma i suddetti proiettori per esaminarli a fondo.
Tutti i nuovi pezzi erano accesi e collegati alla consolle di Marco Zucchinali per le demo e i test a richiesta.
Erano presenti anche i prodotti in mostra statica per esaminarne le forme, gli ingombri e il peso.


Il mio interesse già chiaro nel titolo era la nuova serie AXCOR 300
con fonte led bianca nelle tre versioni:

Dopo l'AXCOR 900 anche ClayPaky ha proseguito con nuovi prodotti a led bianco.
Questa soluzione tecnica, nata da non molto nel professionale (di un certo pregio) sembra essere
l'uovo di Colombo all'interno dei testa mobile mono ottica.
Personalmente ho sempre avuto qualche dubbio sulla diversa resa colore tra i vari sistemi RGBW e BIANCO.
Il proiettore con motore luminoso a led monocromatico bianco e CMY che qualità avrà sui colori?

Da qualche test, svolto nelle mie pagine ho iniziato a capire i molteplici vantaggi di questa nuova filosofia.
La fonte led RGBW riesce a lavorare bene nei wash a più ottiche mentre nei testa mobile a singola
ottica, in alcuni casi ci può far rinunciare a qualcosa.
La fonte RGBW per produrre il bianco deve accendere tutta la matrice ma non raggiunge mai l'efficienza
di un singolo sistema a led bianchi odierno.
Qualche tempo fa i primi sistemi a led bianchi venivano adottati principalmente nei prodotti economici
per un evidente semplicità costruttiva.
Si toglieva la lampada a scarica, si usavano le ruote colore già esistenti e il gioco era fatto.
Oggi il progresso qualitativo (enorme) delle unità led bianche ha cambiato le carte in tavola.




Ecco il test della serie AXCOR 300

Inizio dal BEAM.

Nelle dimensioni più o meno di uno SHARPY ecco il suo cugino LED.
Esaminando dall'esterno questo piccolo beam si nota subito una grande lente frontale da 140 mm.
utile a proiettare la luce prodotta da il led bianco interno da 110 watt (7600°K).
La prima differenza che ho notato tra un beam a scarica e questo nuovo 300 a led è stata la totale
mancanza dell'effetto "hot spot".
Il led, non possedendo una scarica in uno specchio produce un tondo perfetto atto a creare una
luminosa colonna stabile nel fumo, omogenea e con i bordi netti.
Come luminosità ho visto un fascio bello, potente e incisivo.
Il naturale paragone con lo SHARPY a scarica lascia un dubbio comprensibile.
L'AXCOR 300 BEAM non potrà mai avere la stessa luminosità del suo cugino a scarica.
Sono due prodotti completamente diversi e per utilizzi... diversi.
L'emissione di questa versione led si differisce per pulizia del fascio e in un eventuale montaggio
 a batteria è molto importante.
Questo led poi ci porta altri vantaggi.
Oltre i soliti discorsi energetici il led ci offre un effetto beam più che ottimo ma principalmente... freddo.
Le normative sulla sicurezza nei teatri e negli studi spesso mettono dubbi sull'utilizzo dei traccianti
tradizionali a scarica, specialmente se gestiti con superficialità.
Alzi la mano chi non ha "cotto" qualcosa con un beam a scarica???

A bordo di questo AXCOR 300 BEAM
troviamo un classico set grafico da tracciante di qualità:

- un'ottica da 2 gradi con fuoco motorizzato
- una ruota a 14 colori
- una ruota con ben 17 gobos e bolli
- un prisma a 8  facce
- un dimmer elettronico a 16 bit (finalmente senza effetti "tagliola")
- uno strobo elettronico fino a 24 lampi al secondo
- possiamo usare lo stesso device (dmx fixture) dello SHARPY

Concludo il test su questo beam con alcune prove nel fumo usando i suoi gobos e bolli per vederne l'efficacia.
I colori della ruota hanno una buona resa e il dimmer finalmente non proietta cose strane durante
la regolazione.
NON è meccanico è ELETTRONICO !
Insomma un nuovo modo di fare traccia nel fumo, con un fascio pieno senza "palline luminose" all'interno
della proiezione e finalmente... non scotta !

Il tutto in appena 17,6 kg,

Passo ora alla versione SPOT di questa serie AXCOR 300.

Questo nuovo spot con led bianco da 180 watt (7000°K) lavora con uno zoom 8°- 40° di estrema qualità.
I primi test da me fatti sono stati proprio dedicati all'ottica di questo nuovo 300.
Un vantaggio della fonte led bianca è quella di non mettere mai l'ottica in condizione di intercettare
la matrice RGBW che, in questo caso... non c'è !
All'interno del bianco proiettato non ho notato macchie o differenze nella luminosità tra centro e bordi.
Ecco un altro vantaggio della fonte led monocromatica, non c'è più il problema del centraggio lampada.
Il sistema led - ottica è ottimizzato dalla casa e non è più un problema dell'utilizzatore finale.

u

La proiezione "clear" del fascio è uniforme, nitida e senza spurie colorate ai bordi.
Muovendo il fuoco e lo zoom si ottengono sfumature sempre monocromatiche che in questo proiettore
possono sostituire anche la frost (comunque presente).




Le prove grafiche sono state (per me) un po scontate, da un sistema ottico così preciso
questa qualità, me l'aspettavo.
I gobos escono praticamente "disegnati", puliti, netti, nessuna rifrazione di sorta e a fuoco in tutte la zone.
Qui sotto ho fotografato solo una parte dell'armamento grafico di questo SPOT.

A bordo troviamo:

- una ruota con 7 gobos rotanti
- una ruota con 10 gobos fissi
- un prisma a 4 facce
- un iride meccanico
- un filtro frost (molto morbido)
- un sistema colore CMY e una ruota a 7 colori predefiniti




Ovviamente non poteva mancare l'immancabile cattiveria da... elettroblogger.
Ho messo subito alla prova il piccolo sistema CMY a bordo di questo spot led con un colore particolare
il ROSA (con i parametri ai primi numeri).
Le spurie colorate ai bordi erano veramente minime e sparivano con i colori pieni.
Il ciano, il magenta, il giallo, il blu, il rosso e il verde (pieni) sono buoni tutti !!!
Questo genere di prove le faccio sempre, perché un sistema colore CMY è sempre un dispositivo
delicato e critico che se non ben realizzato... decide lui gli effetti !?
Brava ClayPaky !



  Questo piccolo spot led non supera i 20,2 kg,


E infine la versione WASH della serie AXCOR 300.

Il piccolo wash a led al posto della classica fresnel utilizza una lente PC da 140 mm.  ottima per proiettare il suo
"leddone" bianco da 180 watt (7000°K).
Questa tipologia di ottica permette un'emissione incisa e luminosa che però a me ha creato una perplessità.
Lo zoom (5,5°- 42°) di questo 300 forse, è un po troppo stretto, avrei preferito in questa categoria un'ottica più larga.
Mi spiego:
La categoria di questi AXCOR 300, anche se performanti presumono un uso in location medio-piccole
con distanze spesso ridotte.
Uno zoom un po più largo avrebbe fatto più comodo.
Anche perché il led interno da 180 watt di luminosità ne ha da vendere per questa categoria.

Non so, si potrebbe risolvere con una lente addizionale inseribile o una frost che entra solo sul tutto largo.

I vecchi Mac600 Martin (non avendo zoom) il tutto largo veniva creato con una frost inserita dopo la completa
rotazione del ovalizzatore. Praticamente la stessa ruota comprendeva il filtro alla fine.
Chissà, magari in un futuro... una modifica.


Un dispositivo molto utile che ho trovato a bordo di questo piccolo wash è stato
il sempre più raro ovalizzatore rotante.
Utilizzato nel teatro o in TV l'ovalizzatore è utile quando illuminiamo scene, oggetti o facciamo
dei controluce a batteria.
- In alcuni casi ci ho fatto anche degli effetti in movimento per un sipario. -



Anche a questo wash qualche cattiveria... non gliela facciamo?

La tipologia "wash" nasce per colorare e quindi ho messo a dura prova il suo dispositivo CMY.
Anche qui non ho cercato di fare i soliti colori pieni ma tre... tra i più "rognosi".
Sia sul orange, il rosa e il verde pastello sono andato invano alla ricerca delle spurie colorate.
Durante le varie prove l'escursione dei tre complementari non ha mai fatto macchie o difetti di sorta.
Questo wash è quello che al meglio ha messo in luce la qualità del CMY di questa serie 300.



Anche in questo caso sulla proiezione la lente PC di qualità ha fatto la differenza.
La tecnologia led va avanti ma le leggi dell'ottica rimangono le stesse.




Per il colore a bordo di questo AXCOR 300 WASH troviamo:

- un sistema CMY a ruote
- una ruota a 8 colori più un CTO

Il tutto gestito da un dimmer elettronico a 16 bit.

Tutte queste cose pesano 19,9 kg.



Conclusioni sulla nuova serie AXCOR 300.

Una costante su tutte e tre le tipologie è stata la qualità ottica, spesso inusuale in un prodotto
"entry level".
Il BEAM ci risolve non poche rogne di gestione tipiche dei traccianti tradizionali a scarica.
Lo SPOT può coprire svariati range di utilizzo, vista la luminosità e la qualità grafica.
Il WASH si eleva grazie alla sua precisione del CMY portando in un "piccolo"
la qualità di un "grande".

Ottimi proiettori, Paky ne sarebbe stato orgoglioso.



I sistemi HCR



Pensavo di avere l'esclusiva delle cattiverie mentre la "banda" ClayPaky ne aveva organizzata una
veramente... perfida (da 3 diavoletti).

La comparazione !

Le vittime erano i due nuovi K-EYE HCR (K20 e K10).
  Il confronto era tra un K-EYE HCR, un B-EYE standard e... un sagomatore alogeno.




La serie HCR che ho già citato nel mio reportage dal MIR di Rimini 2017.
Leggi il reportage ClayPaky
Aggiunge un nuovo confine sulla gestione del colore grazie ai suoi chip led a 6 colori:
Rosso, Verde, Blu, Ciano, Lime e Ambra.

 Questo genere di matrice colore va a compensare tutte le limitazioni dei sistemi classici RGBW.
Caratteristica principale di questi "6 colori" è l'altissimo valore di CRI che può andare
da 97 fino a punte di 99 !

Logicamente non è solo la presenza dei 6 colori a fare la luce di qualità ma anche la studiata
gestione cromatica interna della serie HCR.
Il paziente Marco mi ha illustrato "in breve" il sistema di gestione interno a ogni K-EYE HCR.
Oltre il solito set interno di gelatine il sistema può lavorare in varie modalità colore:

RAW (colori controllati singolarmente)
RGB
CMY
HSL (colore, saturazione e livello)

L'emulazione alogena è separata per potenza della lampada che andremo a imitare
(750 - 1000 - 1200 - 2000 - 2500), rispettandone curva e gamma durante la regolazione.

Torno alla cattiveria:

La dura prova consisteva nell'illuminare due foto identiche, una con un autentico alogeno
 l'altra con un K-EYE HCR e un B-EYE standard.
Le foto sottostanti ci fanno vedere la qualità di emulazione alogena e resa colore della versione HCR e la
resa diversa del sistema RGBW (B-EYE standard).
Il sistema RGBW ha difficoltà sulle tinte calde e tende a virare i rossi verso il magenta.



Ovviamente una prova più attendibile andrebbe fatta con una scala dei grigi standard ma già
questa da un'idea sull'importanza della nascita dei "6 colori".
Quando la priorità assoluta è la precisione del colore
qui ci vuole un...

K-EYE HCR !


All'interno di questa demo (tutta ClayPaky) c'era anche la versione definitiva
della barra led della ADB che avevo citato in esclusiva (in versione prototipo) al MIR di Rimini.

la
KLEMANTIS


Migliorata principalmente nella resa, scelto il chip giusto a 6 colori ora lavora
con luminosità e qualità grazie anche alla sua innovativa ottica asimmetrica.

- vai alla mia pagina sulla KLEMANTIS -

Qui sotto ecco i link per avere maggiori informazioni:

vai sul SITO
della

Vai al sito ClayPaky

o visita
lo stand ClayPaky al MIR2017


Vai al mio reportage sul MIR 2017

Infine voglio ringraziare Paolo Dozzo (per l'invito), le ragazze ClayPaky
e il "sempre più paziente"Marco Zucchinali per le informazioni date durante i test.

 

Buon lavoro a tutti !

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